02 novembre 2015

Recensione: "La custode del miele e delle api" di Cristina Caboni



Ho perso la strada.
Ma l'erica mi dona coraggio.
Con l'acacia ritrovo la forza.
Perché il miele è la mia casa.

Angelica non è mai riuscita a mettere radici. Non ha mai voluto legarsi a niente e nessuno, sempre pronta a fuggire da tutto per paura. C’è un unico posto dove si sente a casa, ed è tra le sue api. Avvolta dal quieto vibrare delle loro ali e dal profumo intenso del miele che cola dalle arnie, Angelica sa di essere protetta e amata. È un’apicultrice itinerante e il miele è la sola voce con cui riesce a far parlare le sue emozioni. Perché il miele di lavanda può calmare un animo in tempesta e quello di acacia può far ritrovare il sorriso. E Angelica sa sempre trovare quello giusto per tutti, è il suo dono speciale. A insegnarglielo è stata Margherita, la donna che le ha fatto da madre durante l’infanzia, quando viveva su un’isola spazzata dal vento al largo della Sardegna. Dopo essere stata portata via da lì, Angelica ha chiuso il suo cuore e non è più riuscita a fermarsi a lungo in nessun luogo. Ma adesso il destino ha deciso di darle un’altra possibilità. C’è un’eredità che l’aspetta là dove tutto è cominciato, su quell’isola dove è stata felice. C’è una casa che sorge fra le rose più profumate, un albero che nasconde un segreto prezioso e un compito da portare a termine. E c’è solo una persona che può aiutarla: Nicola. Un uomo misterioso, ma che conosce tutte le paure che si rifugiano nei grandi occhi di Angelica. Solo lui può curare le sue ferite, darle il coraggio e, finalmente, farle ritrovare la sua vera casa. L’unico posto dove il cuore può essere davvero libero.









Mai lettura fu più dolce che quella di Cristina Caboni con "La custode del miele e delle api" un romanzo intenso, dolce... un vero e proprio inno all'amore, quello per la propria terra, per il lavoro e per le tradizioni. 
Conosceva le api, il loro ronzio era la sua musica preferita, un linguaggio che comprendeva intimamente, fatto di profumi, di suoni, di consapevolezza.
Risolveva i problemi che facevano soffrire gli apiari e poi ripartiva.
Era una custode. L’ultima custode delle api. Depositaria di un’arte antica
che si tramandava solo da donna a donna.
Angelica Senes è un'apicultrice globe trotter. 
Col suo camper si sposta ovunque ci sia bisogno del suo aiuto e della sua consulenza, gli unici compagni che viaggiano insieme a lei sono Lorenzo e Pepita rispettivamente il suo cane e la sua gatta. Angelica non ha bisogno d'altro, vive la sua solitaria vita insieme alle sue api e al loro miele, perchè lei è l'ultima custode del miele e delle api. La sua identità, il suo destino. 
Quando, però, sua madre Maria la chiama chiedendole di vedersi per una faccenda alquanto seria, Angelica capisce che c'è qualcosa che non va, qualcosa che potrebbe cambiare per sempre la sua vita e le sue certezze. 
Viene così a sapere che Margherita Senes, la donna che l'ha praticamente cresciuta, non è morta anni prima, ma solo da poche settimane e la sua morte ha fatto si che Angelica ereditasse tutti i suoi averi: la casa, la sua terra e cosa più importante la sua attività di apicultrice. 
Inizia così il viaggio di Angelica nei ricordi d'infanzia nella sua Abbadulche, che ha visto nascere la sua passione per le api e il suo amore per Nicola. 



Sono passati tantissimi anni da quando sua madre Maria l'ha portata via contro la sua volontà, ma la casa di Jaja e tutta la sua vita sono rimaste cristallizzate come il miele che tanto ama. Il tuffo nei ricordi è inevitabile, e in poco tempo Angelica capisce di aver finalmente trovato un posto tutto suo in cui poter finalmente rimanere a vivere e lavorare con le sue amate api. 
L'incontro con Nicola, il suo primo amore, intensifica maggiormente la sua decisione; ma quello che Angelica ignora è che durante la sua assenza il cugino ha stipulato un accordo con una ditta di costruzioni che prevede la vendita dei possedimenti di Margherita per la futura nascita di un centro turistico. Destino volle che il proprietario della ditta che ha preso in carico il lavoro sia della famiglia Grimaldi, ossia di Claudio, fratello di  Nicola. Angelica imbraccia così una lotta per la salvaguardia del territorio di Abbadulche...con dei risvolti del tutto inaspettati. 



Ho conciliato la lettura di questo romanzo col brutto tempo di questi giorni e devo dire che è stato un vero toccasana. 
Cristina Coboni riesce a immergerti in un clima tanto magico quanto dolce. 
Abbadulche non esiste nella cartina geografica, ma i luoghi descritti parlano d'amore, un amore puro e profondo come può esserlo quello verso la terra amata, verso dei luoghi cari che fanno parte di se stessi. 
Immedesimarsi in Angelica risulta facile, è una ragazza moderna ma con un'anima antica, un'amima legata alla tradizione, al duro e gratificante lavoro. Lo stesso rapporto che aveva con la sua Jaja lo si può ritrovare in quello giornaliero di una nonna con la propria nipote, un rapporto fatto di consigli, insegnamenti ed eredità; così come Angelica si ritrova il lascito di custode delle api, tutti possiamo dire con orgoglio di aver imparato qualcosa dalla propria nonna, di aver saputo tramandare bene quelle che sono state le tradizioni di famiglia, ed è proprio questo il segno che lascia questo romanzo: rispetto e cura del passato, del territorio, della tradizione; diversi tipi di amore che non hanno nulla da invidiare a quello sentimentale tra uomo e donna e che troviamo anche qui. 
Ho apprezzato molto la delicatezza con cui la storia d'amore si è sposata con tutta la linea narrativa, l'alleata vincente nella trama, ha accompagnato quella che è stata la rinascita di Angelica e dello stesso Nicola verso un finale praticamente perfetto. 
Lo stile narrativo mi ha catturata e resa ghiotta di informazioni, soprattutto per la scelta di mettere un diverso tipo di miele ad inizio di ogni capitolo, ogni caratteristica morfologica si rispecchia in quello che si va poi a leggere... insomma viene voglia di andare a comprare ogni tipo di miele e provarli... magari mentre si rilegge di nuovo la storia. 
Adesso mi sono ripromessa di cercare un po' di tipi di miele che non ho ancora provato e in questo mi aiuterà molto Il Quaderno Del Miele che chiude la stesura, idea geniale!!! 
In conclusione consiglio la lettura di questo romanzo agli amanti del miele, dell'amore e della propria terra d'origine... c'è proprio pane per i vostri denti... ma anche a chi ama semplicemente le belle storie d'amore con un lieto fine assicurato! 




5 cupcakes meritatissimi!





1 commento:

  1. Recensione bellissima! ♥ Soprattutto la parte in cui parli di questo Nicola, che mi sembra piuttosto importante nello svoglimento della trama!

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